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ALTE ROSEN
E' convinzione della nostra associazione che sia fondamentale dare una visione a 360° di quello che era la realtà dell’epoca: ricordare la vita del mondo civile e il suo rapporto con quello militare è ciò su cui si fonda il gruppo storico "Alte Rosen". I suoi componenti rappresentano popolani, borghesi e studenti, segmenti di popolazione che, vivendo a contatto con i militari, intesserono con questi rapporti talvolta proficui e pacifici e talvolta conflittuali che assunsero nel tempo il ruolo di motore del progresso sociale.
Oltre ad accompagnare le componenti militari nella vita da campo e durante le battaglie il gruppo si prefigge lo scopo di condividere col pubblico l’esperienza di un’immensa componente della storia che, ritenuta purtroppo secondaria, non è facile raccontare.
Fino allo scorso secolo la maggior parte della popolazione europea viveva nelle campagne o in piccoli centri abitati, i quali popolani e contadini componevano ancora la piena maggioranza tra gli abitanti degli Stati moderni.
Quando esplodeva un conflitto a pagarne il prezzo più alto erano i popolani, che per diversi motivi cercavano di sopravvivere seguendo le armate, offrendo i loro servizi ai militari: a causa del bisogno di reclutare contadini per rimpolpare le file dei soldati, questi abbandonavano le campagne facendo trovare le loro famiglie e comunità prive di forza lavoro per il sostentamento; oppure il passaggio di una armata spesso significava requisizioni e frequenti saccheggi delle risorse da parte dei soldati, affamati e stremati dalle lunghe marce, che rovinavano l’economia locale.
Così chi si trovava in difficoltà economiche si vedeva obbligato a seguire l’esercito: mogli che accompagnano i mariti arruolati, artigiani che offrono i loro servizi ai soldati, ma purtroppo anche ragazze obbligate alla prostituzione per poter sopravvivere o disperati che cercavano di racimolare quello che potevano provando a derubare i soldati con il gioco d’azzardo.
Aggiungendosi ai carriaggi delle forze militari, queste persone formavano dei veri e propri caravanserragli appena fuori dagli accampamenti militari.
Si potevano vedere moltissime figure professionali che offrivano ai militari o all'esercito stesso i loro servizi, mentre erano sempre presenti colo che potevano fornire beni del territorio locale. Quello che tutti portavano con sé, era lo stretto necessario per la loro sussistenza e per provvedere al proprio lavoro. Questi civili dormivano generalmente in tende raffazzonate con drappi sostenuti da rami trovati lungo il cammino.
Offrendo beni e servizi di ogni genere, molti si garantivano compensi sufficienti per vivere, mentre altri seguivano i soldati in quanto legati a rapporti d’amore o familiari, o persino agli ideali che essi rappresentavano. La vita di queste persone era difficile quanto quella degli uomini che servivano negli eserciti, e non risparmiava le tantissime donne che facevano parte di questo enorme seguito.
Le donne in guerra sono una realtà storica estremamente affascinante, variegata e sorprendente. Se per gli uomini la scelta di militare nei ranghi di qualche esercito non fu una libera scelta, per molte donne invece lo fu.Fatiche, sofferenze, emarginazione: in eserciti con vasti seguiti le donne raramente erano ammesse liberamente ai campi o ai bivacchi. Solo quelle con appositi permessi o in particolari rapporti di fornitura potevano accedere con regolarità. Sul rispetto effettivo di queste norme sancite nei regolamenti di servizio poi si può discutere.
Fondamentale momento di rottura con il passato furono le guerre napoleoniche: a fine XVIII secolo si fece più forza la classe borghese, grazie alle nuove scoperte ed invenzioni tecnologiche che portarono progressi economici, produttivi ed industriali, poterono così farsi più forza reclamando i loro diritti.
Inoltre, per come concepiva le tattiche il generale Napoleone Bonaparte, si limitò la presenza di civili nelle armate, in questo modo, il generale poteva muovere con incredibile velocità l’esercito prendendo di sorpresa i suoi avversari.
Esiliato Napoleone, i coalizzati vittoriosi imposero la Restaurazione in Europa, ma le nuove idee rivoluzionarie avevano radicato nella popolazione che stavano per assistere alla nascita un mondo totalmente nuovo: le bucoliche campagne si riempivano di manifatture e proto-industrie e la circolazione di idee e conoscenze si faceva più vivace che mai.
La borghesia stava nuovamente crescendo di importanza, il loro peso nell’economia delle Nazioni non era più trascurabile né secondaria; infatti, durante la prima metà dell’Ottocento, moti e proteste furono frequenti ed arrivarono al punto di rottura delle rivolte del 1848, in quella che è conosciuta come la Primavera dei Popoli.
La borghesia ottenne importanti progressi nell’ambito politico e sociale: vennero riconosciute le costituzioni, la classe aristocratica vedeva ormai un lento, ma costante declino sia nella vita politica che in quella economica (lasciando spazio ai borghesi industriali) -solo negli eserciti persisteva la loro presenza-.
La seconda metà del XIX secolo apriva ai borghesi e agli imprenditori un periodo d’oro: la loro diffusione in ogni aspetto della vita degli Stati, soprattutto economica e politica, e le poche e brevi guerre che non danneggiavano gli affari, permettendo speculazioni, investimenti e svaghi.
E' in questo periodo che si espandono gli interessi delle classi non nobili, verso il teatro, i casinò, grand-hotel, eventi mondani, il lusso e la moda.
Così quelli che 100 anni prima dovevano lottare per sopravvivere, ora erano ad un passo per dominare il mondo, grazie alla loro rete di commercio ed influenze su ogni aspetto della vita.
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